Documento Unico di Circolazione (ex Carta di circolazione auto): che cos’è, come funziona e come si rinnova

I documenti che dobbiamo avere con noi sono davvero tanti: carta d’identità, codice fiscale, patente… Tra i documenti indispensabili, in questo caso non nel portafoglio ma nell’automobile, c’è la carta di circolazione. Di che cosa si tratta? A cosa serve e come si può rinnovare nel 2017?

Nel nostro articolo vediamo qual è la risposta a queste domande e vi introduciamo alle ultime novità, in vigore a partire da luglio 2017, momento in cui la carta è stata sostituita dal Documento Unico di Circolazione.

Carta di circolazione (oggi Documento Unico di Circolazione): cos’è

La carta di circolazione, altrimenti conosciuta come libretto di circolazione o, più semplicemente, libretto, è un documento fondamentale ai fini della circolazione con il proprio veicolo e per poter quindi guidare su strada pubblica. Sia le automobili che i motoveicoli che rimorchi devono esserne provvisti. In caso di sequestro oppure confisca del mezzo di trasporto tale carta viene ritirata, in modo da impedire lo spostamento.

Attenzione: il documento in questione non sostituisce né rappresenta titolo di proprietà, in quanto la proprietà si può rintracciare esclusivamente nel certificato di proprietà del veicolo stesso: la carta di circolazione si limita ad assolvere la funzione dell’attestazione dell’idoneità del mezzo alla guida su strada pubblica.

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A cosa serve la carta di circolazione?

La carta di circolazione della propria automobile contiene alcune informazioni utili, non solo perché permette, appunto, di circolare per strada in piena regola, ma perché consente di destreggiarsi in momenti legati, ad esempio, al ricambio di alcuni pezzi del mezzo. Per questo saper leggere una carta di circolazione e sapere cosa significano le varie sigle è molto importante. Vediamo insieme le varie lettere e i vari riferimenti.

Alla lettera A troviamo il numero di immatricolazione (ossia la targa) e alla lettera B la data della prima immatricolazione del veicolo.

La lettera C si divide in sottocategorie, dove C.2.1 segnala il cognome o ragione sociale del proprietario, la C.2.3 indica l’indirizzo nello Stato membro di immatricolazione alla data di rilascio del documento, la lettera C.3.1 cognome o ragione sociale.

Alla D.1 troviamo la marca veicolo, alla lettera D.2 il tipo veicolo e alla D.3 la denominazione commerciale.

La lettera E segnala il numero di identificazione del veicolo, ossia il telaio, e la lettera F.1 indica la massa massima a carico tecnicamente ammissibile (ad eccezione dei motocicli) mentre la F.2 segna la  massa massima a carico ammissibile del veicolo in servizio nello Stato membro di immatricolazione.

La G indica  la massa del veicolo in servizio carrozzato e munito del dispositivo di attacco per i veicoli trattori di categoria diversa dalla M1 e la lettera I indica la data di immatricolazione alla quale si riferisce la carta di circolazione. Alla lettera J troviamo la categoria del veicolo, alla J.1 la destinazione ed uso del veicolo, alla J.2 la carrozzeria, alla K il numero di omologazione del tipo (se disponibile) e alla L il numero di assi.

L’elenco delle lettera non finisce qui, a riprova dell’importanza che la carta di circolazione detiene: alla letteraN.1 si indica la ripartizione tra gli assi della massa massima a carico tecnicamente ammissibile (per i veicoli con massa totale superiore a 3500 kg) sull’asse 1 (kg), mentre tutte le altre eventuali lettere N indicano i kg per gli altri assi (se presenti).

La lettera O.1 segna la massa massima a rimorchio tecnicamente ammissibile con rimorchio frenato (kg) e la O.2 la massa massima a rimorchio tecnicamente ammissibile con rimorchio non frenato (kg). I punti P.1, 2, 3 e 5 indicano rispettivamente la cilindrata (cm3), la  potenza netta massima (kW) (se disponibile), il tipo di combustibile o di alimentazione e il numero di identificazione del motore.

Alla lettera Q è segnato il rapporto potenza/massa in kW/kg (solo per i motocicli), alla S.1 si indica il numero di posti a sedere, compreso quello del conducente, mentre alla S.2 il numero di posti in piedi (se del caso).

Le ultime lettera della carta di circolazione sono la U.1 ( livello sonoro a veicolo fermo), la U.2 (livello sonoro a regime del motore), la V.1 (Coin g/km o g/kWh), la V.2 (HC in g/km o g/kWh), la V.3 (NOx in g/km o g/kWh), la lettera V.5 (il  particolato per i motori diesel), la V.7 (CO2) e la V.9 (indicazione della classe ambientale di omologazione CE).

Documento unico di circolazione: novità dal luglio 2017

La carta di circolazione nel 2017, a partire dal primo luglio, è stata sostituita dal nuovo Documento Unico di Circolazione. L’introduzione di questo nuovo documento di circolazione ha voluto essere comprensivo della Carta di Circolazione e del Certificato di proprietà dell’auto.

Ma cos’è il Documento Unico di Circolazione 2017? Esso rappresenta il nuovo certificato per i veicoli che attesta allo stesso tempo sia la proprietà del veicolo che le sue caratteristiche: si evince che sono state unite sotto un unico certificato la Carta di Circolazione e il Certificato di Proprietà.

Costo del Documento Unico di Circolazione

Quanto costa il documento unico di circolazione? Il proprietario di un mezzo di trasporto, prima di tale cambiamento, aveva bisogno di due documenti, i quali comportavano un costo di emissione. Infatti, quando si acquistava un nuovo veicolo, l’acquirente aveva l’onere di pagare una somma di 9 euro alla Motorizzazione Civile e un’altra somma pari a 27 euro al Pra, così da iscrivere il veicolo al registro nazionale per il rilascio del Certificato di Proprietà.

Con l’entrata in vigore delle modifiche sopracitate,(grazie al decreto attuativo Madia), il Pra è stato smantellato e soppresso e le sue funzioni sono state riversate sotto la competenza della Motorizzazione Civile.

Così il nuovo certificato entrato in vigore: esso prevede un costo di emissione pari a 29 euro, costo che ha sostituito quelli sostenuti per l’iscrizione al Pra e all’Archivio nazionale dei veicoli.

Vantaggi dell’unificazione dei documenti

Quali sono i vantaggi per l’automobilista apportati dall’introduzione del nuovo certificato unico? In primo luogo bisogna considerare la minor burocrazia, la quale permette di sprecare un minor tempo per l’automobilista.

Anche le spese di emissione di gestione sono ovviamente più contenute. Inoltre tale innovazione permette di rinnovare e aderire ai principi della normativa che vieta un’intestazione differente tra il libretto del veicolo e la patente di guida del conducente (salvo i casi legati alla guida da parte di uno dei familiari del proprietario stesso). Non è comunque necessario indicare i nomi dei parenti a cui è consentita la guida del veicolo sul Libretto di Circolazione.

Il discorso muta per le auto aziendali,  dove i nominativi vanno invece indicati sul libretto di Circolazione: il mancato aggiornamento della carta prevede sanzioni di 705 euro per il proprietario del veicolo e non per il conducente.

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